contenitori asporto

Agenda 2030: è questo il nome dell’ambizioso programma che l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha definito per l’anno 2030, con il proposito quanto mai necessario di raggiungere traguardi per lo sviluppo sostenibile in diverse aree che spaziano dal contesto ambientale, economico, fino al sociale. 

Il ruolo del consumatore, nelle sue scelte quotidiane, è di fondamentale importanza e si trasmette soprattutto nella scelta dei packaging dei prodotti che acquista: si stima che con l’aumento delle sole consegne a domicilio e dei prodotti alimentari da asporto, l’Unione Europa abbia generato un totale di 84 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio (di questi, il 19% è fatto di plastica)!
A fronte di questa situazione, secondo il PwC Consumer Insights Survey, il 77% dei consumatori dichiara di essere disposto a pagare un prezzo più elevato per l’acquisto di prodotti eco-friendly, possibilmente realizzati con materiale riciclato, sostenibile o eco-compatibile. 

Perché non partire subito con il piede giusto: considerando il periodo ricco di festività che si prospetta, si possono organizzare occasioni di condivisione e convivialità senza rinunciare alla sostenibilità, grazie all’utilizzo di stoviglie e contenitori asporto cibi caldi biodegradabili e compostabili possono rappresentare una soluzione vincente e funzionale. 

Le basi: biodegradabile o compostabile?

I due termini non sono sinonimi e indicano delle caratteristiche compositive differenti e un diverso ciclo di vita del prodotto.
Per legge, i materiali biodegradabili si devono decomporre naturalmente nell’arco di sei mesi, grazie all’azione di batteri, microrganismi e fattori atmosferici. I residui diventano sali minerali, anidride carbonica e acqua: tutti elementi naturali che ritornano in natura.
I materiali compostabili, come suggerisce il nome, si trasformano in compost, una sostanza ricca di nutrimenti per il terreno: il processo dura circa tre mesi, dando origine a un prodotto totalmente ecologico. Dunque, un prodotto biodegradabile non è necessariamente compostabile, tuttavia esistono diversi materiali che possono garantire entrambe le possibilità. 

La bagassa, il CPLA, legno e carta: i materiali più utilizzati

I contenitori per alimenti caldi sono solitamente realizzati in polpa di cellulosa o polpa di canna da zucchero, detta anche “bagassa”. Il processo produttivo è altamente sostenibile e data la sua resistenza agli alimenti caldi (è un eccellente sostituto del polistirolo), è spesso utilizzato dai servizi di food delivery e nel packaging alimentare take away. La bagassa è perfetta per cibi caldi e freddi, tant’è che può essere anche utilizzata in forni a microonde e in frigorifero, e può contenere cibi liquidi, oleosi o umidi senza danneggiarsi. 

Resistenza, rigidità ed ergonomia: sono queste le caratteristiche del CPLA, variante del comune PLA e ricavato dall’amido di mais: il risultato è assolutamente naturale e green, assicura totale compostabilità e biodegradabilità. La resistenza al calore ne risulta aumentata, dimostrando la sua efficacia come contenitore per cibo da asporto caldo. 

Il legno è un naturale e potente antibatterico, oltre ad essere estremamente resistente, infatti è il materiale prediletto per la realizzazione di posate eco-sostenibili. Carta e cartone sono perfetti per la creazione di scatole per alimenti. Entrambi i materiali sono ricavati dal riciclo e da foreste sostenibili, in cui gli arbusti abbattuti vengono piantati di nuovo per evitarne l’esaurimento. 

Insomma, per qualsiasi necessità d’impiego, esistono diversi materiali e formati che si adattano a tutte le possibilità: non resta che abbandonare definitivamente l’utilizzo della plastica per orientarsi a scelte più consapevoli e sostenibili.    

 

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