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Crisi ecologica e “punto di non ritorno”

Pubblicato il 20 Ottobre 2023

Cos’è il “punto di non ritorno”?

Negli ultimi anni si è diffuso il concetto di “punto di non ritorno“, poiché è strettamente connesso alla crisi climatica che stiamo vivendo. Si riferisce a tutti quei cambiamenti provocati dall’uomo e che rischiano di far precipitare la Terra in uno stato di innarrestabile declino.

Il “punto di non ritorno”, anche chiamato “tipping point”, indica una soglia che, una volta raggiunta e superata, non consente più di ritornare alle condizioni iniziali e il mutamento è ormai irreversibile. Nel contesto ambientale, ogni punto di non ritorno superato porta, come conseguenza, un aumento delle temperature, sempre meno biodiversità e fenomeni atmosferici sempre più intensi.

I punti di non ritorno che caratterizzano la crisi climatica sono sostanzialmente tre:

  • lo scioglimento dei ghiacciai;
  • la deforestazione;
  • l’alterazione della circolazione oceanica.

L’effetto domino

I tipping point non sono però soltanto l’effetto del riscaldamento climatico, ma ne causano anche l’accelerazione, in un effetto domino che rischia di essere fatale. Proprio per questo, una volta superati, potrebbero innescarsi una serie di cambiamenti rapidi ed irreversibili, con effetti a cascata che danneggerebbero l’ecosistema.

Il futuro del Pianeta

La sfida sta proprio nell’evitare il punto di non ritorno, per preservare il nostro Pianeta. I prossimi 10-15 anni saranno infatti fondamentali: le parole non bastano più, occorre agire in maniera concreta. Solo così potremo garantire un futuro sostenibile per le prossime generazioni.

 

Per approfondire:

Crisi ecologica e sostenibilità;

Ridurre l’impronta ecologica con piatti usa e getta compostabili;

Biogreengate.

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