Plastica a 11.000 metri di profondità…

Lo rivela uno studio del Global Oceanographic Data Center (GODAC) della JAMSTEC ( Japan Agency for Marine-Earth Science and Technology ) : c’è un sacchetto di plastica perfino nel punto più inarrivabile della terra, a 10898m di profondità, nella depressione oceanica conosciuta come Fossa delle Marianne.
Il sacchetto in questione, ritrovato a quasi 11mila metri di profondità, fu individuato per la prima volta circa 20 anni fa, nel maggio del 1998: allora era quasi intero e oggi è ancora lì, sfilacciato e frammentato.
“In sostanza, per i giapponesi, siamo riusciti a rovinare anche l’irraggiungibile“, scrive Repubblica.
I ricercatori hanno trovato 3415 detriti umani in 5010 immersioni: i materiali sono plastici nel 33% dei casi, metallo nel 26% e gomma nel 1.8%. L’89% dei prodotti di plastica rinvenuti sarebbero monouso.
Un’altra ricerca, inoltre, portata avanti da Alan Jamieson, della Newcastle University mostra come ogni pesce campionato nel punto più profondo della terra presenti frammenti di nylon, polietilene e polivinili nello stomaco.
Lo studio in questione ha analizzato ben 90 esemplari di crostacei e pesci campionati dalla fossa delle Marianne a quella del Giappone, passando per l’oceano Pacifico ed Indiano: nessun esemplare era esente da sostanze inquinanti nello stomaco.
L’inquinamento da plastica nei mari e negli oceani è una delle più serie minacce per l’ecosistema.
“ Gettiamo negli oceani un camion di immondizia pieno di plastica al minuto, ogni giorno, per 365 giorni l’anno. “ – World Economic Forum
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