
Il Parlamento europeo, il 24 Ottobre 2018, ha votato per il divieto totale degli oggetti in plastica monouso a partire dal 2021.
Nata per durare a lungo, diventata il materiale usa e getta per eccellenza: è il paradosso della plastica, che oggi invade i nostri mari.
La relazione è stata approvata con 571 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astensioni.
Un cambiamento importante sta avvenendo e la consapevolezza della gravità della situazione sta aumentando: “se prima potevi portare a casa il pesce in un sacchetto di plastica, oggi si rischia di portare a casa il sacchetto dentro il pesce “, ha detto il commissario UE Karmenu Vella.
I numeri danno, infatti, la misura della grandezza del problema: nel 1950, nel mondo, venivano prodotti 2 milioni di tonnellate di plastica all’anno, da allora la produzione è aumentata di quasi 200 volte, raggiungendo nel 2015 i 381 milioni di tonnellate, di cui ogni anno tra le 4,8 e le 12,7 milioni finiscono riversate negli oceani.
Tutta questa plastica abbandonata produce danni all’Europa per un costo stimato compreso tra i 259 e i 695 milioni di euro, che, entro il 2030 potrebbe raggiungere i 22 miliardi di euro, soprattutto a discapito dei settori ittico e turistico, ma anche manifatturiero: solo il 5% del valore degli imballaggi di plastica, infatti, resta nell’economia, il resto viene buttato.
Si allarga la lista delle materie plastiche vietate, alla quale vengono aggiunti i contenitori per fast-food in polistirolo espanso e gli articoli in plastica ossi-degradabili e viene dichiarata guerra ai mozziconi di sigarette, la cui quantità nei rifiuti va ridotta del 50% entro il 2025 e del 80% entro il 2030, con i produttori di filtri di tabacco chiamati a coprire i costi per i sistemi di raccolta e smaltimento.
Un altro obbiettivo, di certo ambizioso, è quello di garantire entro il 2025 uno corretto smaltimento per il 90% delle bottiglie di plastica monouso, ad esempio attraverso il sistema dei vuoti a rendere.
Un piccolo passo per una bottiglietta di plastica, un grande passo per l’umanità 🙂
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