L’impatto del Fast Fashion sull’ambiente
Negli ultimi anni si parla spesso di “Fast Fashion”, in italiano “Moda Veloce”, ma forse non tutti sanno di che fenomento si tratta nello specifico e qual è il suo impatto sull’ambiente.
Cos’è il Fast Fashion?
Il Fast Fashion è un modello di produzione e consumo di abbigliamento che ha rivoluzionato il panorama della moda negli ultimi decenni. Esso punta su cicli di moda estremamente rapidi e capi a basso costo, spingendo le aziende a produrre costantemente vestiti e, di conseguenza, stimolando i consumatori all’acquisto per rimanere al passo con le ultime tendenze.
Perché è un problema?
Questo sistema inquina mari e fiumi, genera enormi quantità di rifiuti tessili e utilizza risorse in modo intensivo, contribuendo all’inquinamento ambientale: i vestiti, realizzati con un uso incontrollato di materie prime come acqua ed energia, diventano dei prodotti usa e getta, destinati quindi a trasformarsi in rifiuti.
Solo nell’Unione Europea, ogni anno vengono gettate via 5 milioni di tonnellate di vestiti e calzature, che finiscono in discariche, inceneritori o nel sud del mondo.
Greenwashing mascherato da sostenibilità…
I marchi di Fast Fashion, piuttosto che mettere in discussione il loro modo di lavorare, promuovono un finto modello di “moda sostenibile, riciclata e riciclabile”, una falsa narrazione per continuare a fare business e facendo credere al consumatore che ciò che sta acquistando sia stato realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente.
Si tratta invece di un controsenso, in quanto la maggior parte degli indumenti viene creata con materiali decisamente inquinanti, come il poliestere, ricavato dal petrolio che, ad ogni lavaggio, rilascia microplastiche.
Come contrastare il Fast Fashion?
Contrastare il Fast Fashion non è impossibile, ma è senza dubbio difficile. C’è bisogno di uno sforzo collettivo: ogni consumatore, azienda e governo deve avere la consapevolezza dei danni che provoca al nostro Pianeta.
L’indutria della moda dovrebbe diffidare della produzione senza sosta di vestiti e puntare sulla qualità, mentre i governi dovrebbero introdurre delle apposite leggi.
Ecco alcuni consigli per i consumatori:
- acquistare meno ma meglio, scegliendo capi di qualità;
- acquistare capi di seconda mano;
- non comprare capi che poi non saranno riutilizzati, ma noleggiarli per le occasioni speciali;
- se un vestito è ancora in buone condizioni, ma ha un piccolo danno, farlo riparare invece di gettarlo.
Per approfondire:
Greenpeace – Fast fashion: moda a basso costo ma a quale prezzo?
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