Categoria:

Vuoi ridurre la plastica? Parti dai piatti usa e getta

Pubblicato il 12 Settembre 2024
piatti eco

Chi di noi da bambino non ha mai partecipato a una festa di compleanno in cui si servivano grandi quantità di cibo e bibite in piatti usa e getta e bicchieri interamente di plastica? Al giorno d’oggi sarebbe impensabile, considerando le condizioni del nostro pianeta: secondo un rapporto UNEP (United Nations Environment Programme) pubblicato nel febbraio del 2024, si stima che la generazione dei soli rifiuti solidi municipali (che include tutti i rifiuti commerciali e residenziali ed esclude quelli industriali) aumenterà fino a 3.8 miliardi di tonnellate entro il 2050 e riguarda soprattutto i prodotti in plastica.

La plastic pollution sta distruggendo i nostri ecosistemi marini

Gli esperti parlano a tutti gli effetti di plastic pollution, inquinamento della plastica, come di un fenomeno dilagante e preoccupante per la salute della Terra.

Secondo UNEP, la plastic pollution è il termine-ombrello che descrive tutti gli effetti negativi e le emissioni risultanti dalla produzione e dal consumo di materiali e prodotti in plastica attraverso tutto il loro ciclo di vita. La definizione include i rifiuti che non sono stati maneggiati con i dovuti accorgimenti e tutti gli oggetti e particelle di plastica che possono inquinare gli ambienti animali e antropici.

Solo nel 2022 l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha stimato che abbiamo prodotto 430 milioni di tonnellate di plastica, di cui 8 milioni finiscono ogni anno negli oceani, con un danno ai settori turistico e ittico stimabile, solo in Europa, tra i 259 e i 695 milioni di euro.

Sì ad alternative più sostenibili

Non esiste un settore dell’attività umana che non sia stato influenzato dalla plastica, secondo il WWF. Alcuni prodotti poi sono stati costruiti per utilizzi di pochi minuti, ma sono destinati a durare nel paesaggio per centinaia di anni: tra i dieci oggetti trovati più frequentemente sulle spiagge, abbiamo bottiglie, tappi e contenitori di cibo, come quelli dei fast-food.

Considerando la situazione attuale, non solo le politiche nazionali e internazionali si sono attivate per adottare misure più severe contro l’inquinamento da plastica nei mari, ma è necessario che ogni cittadino faccia la sua parte: ridurre significativamente l’utilizzo di plastica non necessaria e scegliere di acquistare oggetti realizzati con materiali riciclabili, riutilizzabili oppure compostabili è una delle tante soluzioni. Le nostre scelte possono riorientare e diversificare il mercato e l’economia verso alternative sostenibili: ad esempio, prediligere l’utilizzo di piatti usa e getta biodegradabili può costituire un valido aiuto all’ambiente, creando un circolo virtuoso nella realizzazione e scelta delle stoviglie da parte delle industrie e dei consumatori.

Biodegradabile VS Compostabile

La differenza tra biodegradabile e compostabile sta nei tempi di degradazione e dai residui al termine del compostaggio industriale: un prodotto biodegradabile deve, secondo direttiva, decomporsi del 90% entro 6 mesi. Per essere definito compostabile, un prodotto deve disintegrarsi in meno di 3 mesi e non essere più visibile.

In entrambi i casi, la norma europea Uni EN 13432 regola le caratteristiche dell’imballaggio affinché sia compostabile e biodegradabile negli impianti industriali, con assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio e la qualità del compost, con bassi livelli di metalli pesanti e assenza di effetti ecotossici sulle piante. Inoltre, le stoviglie per uso alimentare sono dotate di certificazione FSSC 22000 (Food Safety System Certification 22000) per la sicurezza alimentare riconosciuta a livello globale.

Scegli i piatti compostabili

Anche se si usano piatti monouso, si può quindi optare per un prodotto biodegradabile o compostabile, ma quali sono i materiali più indicati? Uno su tutti, il più utilizzato in quanto biodegradabile e compostabile, è la polpa di cellulosa, derivante dalla lavorazione della canna da zucchero.

La polpa si ottiene lavorando il tronco o sue parti che, tramite una serie di processi, consentono l’estrazione della cellulosa.

Data la particolarità del materiale, dove si butta? Essendo compostabile, nell’umido con i rifiuti organici. Il prodotto è privo di sostanze chimiche, per cui una volta decomposti possono trasformarsi in compost, tornando alla terra secondo i principi dell’economia circolare.

Diversi formati per tutti gli utilizzi, dal freezer al microonde

Verrebbe da pensare che i piatti realizzati con questo tipo di materiale possano sfaldarsi e non risultare solidi, ma non è così: i piatti in polpa di cellulosa possono essere messi in freezer e microonde, essere utilizzati con cibi caldi o freddi, possono quindi soddisfare ogni utilizzo quotidiano.

Inoltre, sono realizzati in diversi formati per rispondere a tutte le necessità: dai classici piatti piani fino ai piatti quadrati, piatti fondi, piatti pizza, a biscomparto e triscomparto per un pasto completo ovunque tu voglia.

Per un catering eco-friendly

Proprio per questa grande varietà di formato, i settori di impiego sono innumerevoli: dall’Ho.Re.Ca, dunque nella ristorazione, bar, catering, organizzazione eventi, mense, take away, fast e street food.

Ma sono funzionali anche per i momenti di convivialità eco-friendly delle piccole e grandi imprese, associazioni locali, i distributori di bevande, i retail, distributori e grossisti e la grande distribuzione organizzata dei supermercati.

Dunque, se ancora non sei convinto, sostituire i piatti di plastica con le stoviglie 100% biodegradabili è quello che ti serve per vivere quei momenti di spensieratezza e convivialità, senza rinunciare alla sostenibilità.

 

Altre news dal nostro blog

Naviga nel sito
Hai perso la tua password?

Logo WhatsappScansiona il QRCode dal tuo telefono per scriverci su Whatsapp